Il piano sanitario (che si chiama anche protocollo di sorveglianza sanitaria) è definito dall’articolo 229, co4, D.Lsg 81/08.
Quando in ambito sanitario si parla di Protocollo o di Piano Sanitario si intende l’insieme delle procedure mediche e di esami che vengono prescritti da un medico competente, definite in funzione della valutazione dei rischi specifici presenti nel luogo di lavoro. Tali esami sono fondamentali per valutare lo stato di salute del lavoratore, anche per poter valutare bene quali sono gli eventuali rischi a cui va incontro il lavoratore in ambito lavorativo.
In questo piano viene anche indicata la periodicità con cui certi esami devono essere replicati per poter permettere al lavoratore di essere costantemente monitorato, per il suo benessere personale e lavorativo. Gli esami che solitamente vengono richiesti sono elettrocardiogramma, esami del sangue, test visivi e dell’udito e test tossicologici.
Il piano sanitario fa parte del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), un documento che va redatto obbligatoriamente e che rappresenta la linea guida dei rischi per la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro.
Il Piano Sanitario o Protocollo di Sorveglianza cosa contiene?
Il Protocollo Sanitario è un documento ampio che spazia dal contenere l’insieme di visite a cui sono sottoposti i lavoratori per monitorare la salute, alle informazioni sanitarie dei lavoratori, che si trovano sulle cartelle cliniche di ognuno, e tutti i provvedimenti e le decisioni che vengono prese dal medico competente.
Il protocollo di Sorveglianza Sanitaria a cosa serve?
Il protocollo di Sorveglianza Sanitaria è un documento fondamentale per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro.
Serve a tutelare il lavoratore riguardo a tutte quelle problematiche che un lavoro in genere o una specifica mansione possono arrecare alla salute del lavoratore.
Lo scopo principale è quello di mantenere sotto controllo lo stato di salute dei propri dipendenti, sia per prevenire eventuali specifiche malattie professionali, sia per valutare gli infortuni che avvengono nei luoghi di lavoro.
Chi monitora tutto ciò è il Medico Competente (più conosciuto con il nome di Medico del Lavoro), il quale verifica costantemente questa documentazione e tiene agli atti le cartelle cliniche dei lavoratori dove sono contenute le informazioni sullo stato di salute, gli accertamenti e l’idoneità o meno alla mansione specifica.
Affinché un lavoratore ricopra una mansione specifica può essere:
- idoneo alla sua mansiona specifica;
- idoneo con limitazioni o prescrizioni, cioè il lavoratore può svolgere delle specifiche mansioni ma deve munirsi dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI);
- parzialmente idoneo, cioè può compiere specifiche mansioni ma deve limitarsi su alcune;
- non idoneo, in modo permanente oppure solo temporaneamente, a seconda dei dati che riportano gli accertamenti sanitari.
Come interviene il Medico Competente
Il Medico del Lavoro competente è tenuto ad informare in modo opportuno i lavoratori sui rischi professionali a cui sono esposti; inoltre, può richiedere e fissare degli incontri formativi per i lavoratori, in modo da mettere a conoscenza i lavoratori delle informazioni necessarie o chiarimenti sulla Sorveglianza Sanitaria.
Egli può modificare o aggiungere esami clinici o indagini diagnostiche nel momento in cui lo ritiene sospettoso ed opportuno. Può anche cambiare la periodicità con cui viene richiesto di eseguire i vari esami.
Il Protocollo di Sorveglianza, quindi, è un documento flessibile che si va ad adattare ai vari contesti lavorativi. L’unica cosa molto importante su cui vi è rigidità è l’aggiornamento del documento stesso da parte del Medico Competente.
Quando è necessario l’aggiornamento del Protocollo Sanitario
- quando nascono nuovi rischi in azienda;
- quando ci sono modifiche sul ciclo produttivo;
- quando ci sono dei problemi o delle criticità nei luoghi di lavoro che vengono fatte presenti dai lavoratori;
- quando ci sono delle modifiche riguardo la Sorveglianza Sanitaria.