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La valutazione rischio biologico deve essere effettuata dal datore di lavoro assieme al RSPP come elemento di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Infatti, sebbene ambiti lavorativi come quello sanitario, veterinario, zootecnico o dei rifiuti siano particolarmente interessati dalla presenza di agenti biologici, per il tipo di attività svolta, non va trascurata la presenza di agenti biologici.

Tali agenti talvolta possono portare a particolari situazioni di rischio biologico come epidemie o focolai, in particolare all’interno di strutture quali case di riposo, uffici, scuole, caserme, alberghi, mezzi di trasporto pubblici.

Abbiamo assistito proprio in questi due anni alla diffusione di agenti biologici come il Covid-19.

Di cosa si tratta?

Il riferimento di legge da prendere in esame, in relazione al tema del rischio biologico, è il D.Lgs. 81/08, diversamente noto come Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro, nello specifico il Titolo X: Esposizione ad Agenti Biologici.

Come per ogni responsabilità che si parli nel testo unico, la responsabilità della valutazione rischio biologico ricade sempre sul datore di lavoro.

Valutazione rischio biologico 1600x1200
All’interno del Testo Unico ci sono due articoli dedicati alla “Valutazione Rischio biologico”: parliamo dell’articolo 267 e 268, contenenti rispettivamente tre definizioni e un sistema di classificazione degli agenti biologici.

L’art. 267 riporta le seguenti definizioni:

  1. agente biologico: qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni;
  2. microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico;
  3. coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.

L’art. 268 invece riporta un sistema di classificazione degli agenti biologici:

  • agente biologico del gruppo 1: presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani;
  • agente biologico del gruppo 2: può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
  • agente biologico del gruppo 3: può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
  • agente biologico del gruppo 4: può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio.

La valutazione del rischio

La valutazione del rischio biologico deve quindi contenere tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative, nello specifico:

  • classificazione degli agenti biologici;
  • malattie che possono essere contratte;
  • possibili effetti allergici e tossici;
  • eventuale patologia della quale è affetto un lavoratore.

Esposizione ad agenti biologici: quale rischio.

Ma come si può essere esposti maggiormente a rischio biologico?

Semplicemente tramite contatto diretto, oppure indiretto, tramite oggetti dapprima contaminati, poiché toccati dalla persona infettata.
Altra modalità è il contatto accidentale, che vede protagonisti specialmente le mucose come naso, occhi e bocca che producono fluidi biologici.

Altre due modalità sono l’inalazione di aria contaminata oppure attraverso il contatto con ferite e abrasioni.

La valutazione rischio biologico deve essere effettuata dal datore di lavoro assieme al RSPP come elemento di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Infatti, sebbene ambiti lavorativi come quello sanitario, veterinario, zootecnico o dei rifiuti siano particolarmente interessati dalla presenza di agenti biologici, per il tipo di attività svolta, non va trascurata la presenza di agenti biologici.

Tali agenti talvolta possono portare a particolari situazioni di rischio biologico come epidemie o focolai, in particolare all’interno di strutture quali case di riposo, uffici, scuole, caserme, alberghi, mezzi di trasporto pubblici.

Abbiamo assistito proprio in questi due anni alla diffusione di agenti biologici come il Covid-19.

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Autore

Simone Pratò

dott. Simone Pratò

Specialista in medicina del lavoro - Specialista in geriatria
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