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Il 70% degli infortuni sul lavoro è causato da un comportamento sbagliato del lavoratore. Ora, tenendo conto che:

● Il costo medio di un infortunio è di circa 64.000 euro di cui il 20% è a carico del datore di lavoro;
● un corso sulla sicurezza può essere svolto gratuitamente con la formazione finanziata;

il costo medio degli infortuni è una cifra altissima che potrebbe essere risparmiata molto facilmente.

Per non parlare del costo in termini di vite umane: sono circa 450 le vittime morte sul lavoro nel 2023.

Questi numeri fanno capire che siamo ancora molto lontani da un obiettivo che dovrebbe essere chiaro a tutti. Il luogo di lavoro deve essere un posto sicuro. Un posto dove mariti, mogli, figli possono dedicarsi al loro mestiere con tranquillità ed efficienza. L’impatto devastante della NON sicurezza si traduce in perdite di vite umane e, di conseguenza, in costi economici considerevoli.

Infortunio sul lavoro: chi paga? Tre tipologie di costi

Chi paga in caso di infortunio sul lavoro? I costi degli infortuni si dividono in 3 categorie: diretti, indiretti e intangibili e la maggior parte sono a carico dell’azienda e del lavoratore. La percentuale italiana è rispettivamente dell’8%, 56% e 36%. Analizziamoli insieme.

I costi diretti sono facilmente calcolabili e direttamente legati all’infortunio.
Queste spese ricadono sull’azienda. Sono i costi per la mutua del dipendente, eventuali risarcimenti, spese mediche aggiuntive e costi amministrativi o di giustizia.

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Le spese indirette invece sono meno tangibili. Si riferiscono alla diminuzione di produttività dell’azienda, ai costi di sostituzione per il dipendente assente e a danni d’immagine per il brand. In questo caso pagano sia l’imprenditore, il dipendente, i colleghi e la società intera.

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Infine, i costi intangibili non rientrano nella contabilità aziendale e sono quindi molto difficili da valutare in modo preciso. In questa fascia rientrano gli effetti negativi che l’infortunio può portare sulla morale dei dipendenti e danni collaterali a macchinari e materiali utilizzati.

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Ora andiamo più a fondo per capire esattamente quanto può costarti, in media, un infortunio sul lavoro.

Indennità giornaliera: quanto costa al datore di lavoro?

Il costo dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta è determinato in questo modo:

  • 1° giorno di infortunio: 100% retribuzione da parte del datore di lavoro;
  • 3 giorni successivi: 60% retribuzione da parte del datore di lavoro salvo diverse disposizioni contrattuali;
  • 4° giorno successivo: 60% retribuzione da parte dell’Inail fino al 90° giorno di infortunio;
  • 90° giorno successivo: 75% della retribuzione da parte dell’Inail fino a guarigione.

 

Ma non finisce qui, perché la quasi totalità dei contratti collettivi italiani prevede un’integrazione dell’indennità INAIL da parte del datore di lavoro. Questo avviene per garantire la stessa retribuzione che il dipendente avrebbe percepito se avesse lavorato.

Ad esempio:

 

  • Il CCNL Alimentari – Industria.

Prevede un’integrazione a carico azienda del 100% per tutto il periodo di erogazione dell’indennità INAIL fino alla guarigione.

  • Il CCNL Commercio e Terziario – Confcommercio.

Prevede invece un’integrazione del 90% dal 5° al 20° giorno di infortunio, elevata al 100% dal 21° giorno fino a guarigione.

Da segnalare che l’integrazione a carico dell’azienda è soggetta sia a contributi INPS che a tassazione IRPEF.

Report infortuni sul lavoro: un caso concreto

Prendiamo in esame una situazione realmente accaduta ad un’impiegata di uno studio professionale.

 

La ragazza stava preparando alcuni documenti per la riunione che sarebbe iniziata da lì a poco. Ma, mentre stava stampando le ultime copie, è inciampata su alcuni fili della fotocopiatrice. Il risultato sono state distorsione e lussazione del polso destro con un recupero molto lento.

 

Questo incidente è costato molto di più della sua assenza durata 122 giorni. È stata la causa di un grado di invalidità del 15% al termine del recupero e di altre innumerevoli spese a carico dell’azienda.

I costi specifici per il datore di lavoro

In questo caso sono stati applicati diversi costi a carico dell’azienda:

  • 4 giorni di franchigia per rimborsare il danno;
  • Dal 5° al 91° giorno (quasi tre mesi) il 40% dello stipendio;
  • Dal 92° al 122° giorno (un mese) il 25% dello stipendio;
  • Sanzioni complessive pari a 4.800€;
  • Prescrizioni e obblighi a carico del datore di lavoro (come corsi sulla sicurezza e redazione di un DVR);
  • Possibile azione di rivalsa da parte dell’INAIL e, di conseguenza, spese legali.

Oltre a queste spese a rimetterci è anche stata l’intera società perché se andiamo a vedere i costi indiretti e sociali troviamo molte altre voci. Tra queste ci sono state:

  • Cure ospedaliere per la dipendente;
  • Le terapie riabilitative;
  • La riduzione del reddito della lavoratrice (con ricaduta a livello familiare);
  • Certificazioni e visite per attuare un corretto piano di sicurezza sul lavoro;
  • Il danno biologico che l’impiegata ha subito.

Questi costi si potevano evitare? La maggior parte sì perché, da un controllo effettuato dall’Organo di Vigilanza, sono emerse diverse violazioni.

Prima fra tutte, la dipendente non aveva ricevuto una formazione adeguata sui rischi presenti in ufficio. Inoltre, il documento sulla valutazione dei rischi (clicca qui per capire come redigere un DVR) era povero di informazioni sui rischi da caduta ed inciampo.

 

Un errore di questo tipo può determinare una sanzione amministrativa a carico dell’azienda fino a 12.000 €. Mentre, a livello penale, il datore di lavoro rischia una condanna fino a 8 mesi.

 

Questi dati sottolineano quanto è importante che tu investa risorse per ridurre al minimo il rischio di infortuni sul lavoro. Anche perché, oltre alla tutela della salute dei lavoratori, un ambiente sicuro può comportare risparmi significativi sia per l’azienda che per l’intera economia. La prevenzione diventa così una strategia chiave per migliorare l’efficienza del luogo di lavoro.

4 costi più sottovalutati legati agli infortuni sul lavoro

Gli imprenditori, in genere, sono consapevoli dei costi necessari per conformarsi alle normative sulla sicurezza. Eppure, spesso trascurano i potenziali costi legati alla mancanza di investimenti in questo settore.

 

Tra i costi che vengono sottovalutati di più troviamo questi 4:

  1. le assenze per malattia dei dipendenti,
  2. le spese legate alla sostituzione di lavoratori infortunati,
  3. le perdite dovute alla mancata produzione,
  4. e gli oneri derivanti da sanzioni penali (Vedi il decreto legge 81 08) e costi assicurativi.

 

Solo tenendo conto di questa serie di costi puoi capire davvero quanto sia conveniente investire in misure di sicurezza adeguate. L’attenzione a questi aspetti non solo preserva la salute e la sicurezza dei dipendenti, ma costituisce anche una strategia intelligente.

 

Difatti, attuando delle misure di sicurezza adeguate puoi:

  • ridurre le spese legate agli infortuni sul lavoro,
  • migliorare la produttività
  • evitare possibili sanzioni e aumenti dei costi assicurativi.

 

Investire in sicurezza diventa quindi non solo un obbligo normativo, ma anche un vantaggio strategico. Lo stesso che contribuisce a garantire la sostenibilità a lungo termine dell’azienda.

Quattro strategie vincenti per ridurre i costi legati agli infortuni sul lavoro

Per ridurre al massimo gli infortuni sul lavoro, è fondamentale prendere misure concrete. Innanzitutto, assicurati che tutti i dipendenti siano ben informati sulle normative sulla sicurezza e che le seguano rigorosamente. Questo può essere raggiunto attraverso sessioni di formazione regolari e la distribuzione di materiali informativi chiari.

 

Ora andiamo ad approfondire le quattro strategie da utilizzare per diminuire gli infortuni e ridurre i costi della tua azienda.

Le 4 strategie

UNO.

Investi in attrezzature e strumenti di lavoro sicuri per creare un ambiente più protetto. Incentiva una cultura aziendale che metta la sicurezza al primo posto. Inoltre promuovi l’importanza di pratiche lavorative sicure e responsabili anche attraverso corsi sulla sicurezza per lavoratori.

 

DUE.

Promuovi la comunicazione aperta riguardo alla sicurezza sul lavoro. I dipendenti devono sentirsi liberi di sollevare preoccupazioni e segnalare situazioni potenzialmente pericolose. Questa apertura  favorisce un dialogo costante e contribuisce a identificare e risolvere tempestivamente le sfide legate alla sicurezza. Per organizzare al meglio queste procedure scopri le principali figure di professionisti sulla sicurezza nei lugohi di lavoro

 

TRE.

Implementa sistemi di monitoraggio e sorveglianza sanitaria per valutare costantemente l’efficacia delle misure di sicurezza adottate. Hai bisogno fi un’analisi dettagliata di ciascun incidente e della salute di ogni lavoratore. Puoi quindi utilizzare le informazioni apprese per apportare miglioramenti continuativi.

 

QUATTRO.

Infine, crea un sistema di reporting degli incidenti accessibile e comprensibile per tutti i dipendenti. La trasparenza e la responsabilità sono le chiavi che ti aiuteranno a costruire un ambiente di lavoro sicuro. Migliorando queste misure, non solo ridurremo gli infortuni sul lavoro, ma creeremo anche dei luoghi più sicuri, sani e sostenibili per tutti.

Cause infortuni sul lavoro mortali

Le principali cause di infortuni, considerando tutti i settori di attività, sono le seguenti:

 

  • le cadute dall’alto (prima causa di morte sul lavoro in Italia);
  • la caduta di merci dall’alto (seconda causa di morte sul lavoro);
  • l’uso di attrezzi da lavoro;
  • e le cadute da terra.

 

Analizzando gli eventi del 2023 per comparto, il settore dei trasporti e magazzinaggio ha registrato il maggior numero di morti. Seguono le Costruzioni, le attività manufatturiere ed infine il commercio.

 

Bisogna inoltre considerare che la gravità dell’evento è diversa in base alla tipologia di infortunio. Quindi è molto importante capire quali sono le situazioni dove si verificano il maggior numero di incidenti mortali. Così da prendere le giuste precauzioni e considerare il livello di pericolosità di ogni singolo contesto.

Cosa puoi fare da oggi?

Ci sono molti modi per ridurre gli incidenti e proteggere lo stato di salute dei tuoi dipendenti. Uno fra tutti è la formazione. In Lombardia, ad esempio, è stato attivato un piano chiamato “Primo, non morire”. L’obiettivo è quello di contrastare gli infortuni mortali facilmente evitabili. A questo link puoi trovare alcuni materiali scaricabili che possono esserti utili: leggi di più sul progetto.

In conclusione, affrontare la questione della sicurezza sul lavoro è un passo cruciale. L’alto numero di infortuni non solo genera costi umani ed economici, ma ci fa capire che dobbiamo agire, subito.

Per farlo, puoi approfondire i servizi offerti da datorelavoro.it.

Grazie a noi puoi metterti in contatto con professionisti competenti che forniscono non solo consulenza esperta, ma anche corsi di formazione essenziali.

 

Investire nella sicurezza è diventato ormai un impegno concreto per poter creare ambienti di lavoro sicuri, sani e produttivi. Scopri ora i servizi offerti da datorelavoro.it per garantire il benessere dei tuoi dipendenti. Contribuisci anche tu al progresso della società e dell’Italia stessa. Perché ricordiamoci, il primo articolo della costituzione recita “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro.” Ma se il lavoro causa vittime, viene a mancare la dignità di coloro che contribuiscono al progresso della nostra nazione.

Autore

Simone Pratò

dott. Simone Pratò

Specialista in medicina del lavoro - Specialista in geriatria
Le nostre strisce umoristiche

SEMISERI di Sicurezza

>>> Scherzando si dice il vero! <<<
Ecco... proprio a questo pensavamo quando abbiamo realizzato una serie di strisce umoristiche sulla Sicurezza nei Luoghi di lavoro.
Per gettare dei 'SEMI' che siano anche 'SERI'

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